qualche pensiero che spesso fa chiarezza su situazioni o problemi anche complessi. Banale, succede a tutti. Ma ieri mattina, venerdì 6 aprile 2012 non era un venerdì come tutti gli altri. Per un cattolico era un venerdì particolare, il cosiddetto venerdì santo, quello in cui si celebra la crocifissione di Gesù e io mi sono svegliato con l’immagine del Golgota con le tre croci piantate sulla cima: Cristo crocifisso fra i due ladroni. Dopodiché l’immagine si è immediatamente arricchita, i due ladroni diventavano quattro, otto, sedici … in una sorta di rapido elevamento a potenza. Provando a mettere a fuoco le facce Continua »
sulla scorta di molte sollecitazioni più o meno sincere. Sì, perché dopo la dichiarata inammissibilità del referendum, molti parlamentari – e non solo – si sono affrettati a riconoscere che non poteva essere ignorata la richiesta di oltre un milione e duecentomila firmatari. Non ha potuto farne a meno neppure Celentano nel suo predicozzo sanremese. Certo che suona abbastanza strano sentire oggi molti rappresentanti del centro destra che a suo tempo votarono e sostennero la “porcata”, dire oggi che bisogna cambiarla. E mi riesce – francamente – difficile credere a queste belle intenzioni.
Per questo, ovviamente, sarà necessario un processo partecipato.
Il più possibile “dal basso” senza che gli “alti” debbano, per questo, sentirsi sminuiti o esautorati. Ma su questo sarà opportuno tornare fra pochissimo dal momento che il governo Monti è, così si dice, a tempo determinato e sul “dopo” sarà meglio aprire un serio dibattito con e nella base, pena una diaspora che nessuno vuole a parole, ma paradossalmente viene coltivata nei fatti. Un dopo che vuol dire “chi vogliamo essere”, “che cosa vogliamo fare” e “con chi stiamo” per realizzare un progetto credibile. Anche per questo non è più presto e bisogna darsi da fare con lena.
Nessuno sa come finirà, gli esperti sono cautissimi, la politica o tentenna o arretra, in realtà la finanza imperversa e la fa da padrona, fino al punto da prefigurare catastrofi di tipo politico istituzionale, contagiando anche alcuni capi di stato. Entro una settimana sapremo se l’Euro e l’Europa si salveranno oppure no. Così ci dicono i media.Non c’è solo Todi
da tempo attivi un po’ sotto traccia, con lo scopo di meglio coordinarsi e partecipare al dibattito politico nazionale. C’ero proprio a quell’assemblea che Repubblica ha definito dei cattolici “anti Todi”!
del fenomeno e dei fenomeni? Il dato che più volte quasi con un moto di sorpresa ci è stato sussurrato dai sondaggisti, che cioè, sono tanti ad essere contenti che l’incarico di formare il governo sia stato affidato a Mario Monti, mi induce con insistenza questo pensiero. Voglia di normalità.
avvenuto ieri sera mentre scorrevano sui video di casa, sugli smartphone, sui tablet collegati con le dirette da piazza Colonna davanti a palazzo Chigi e poi dalla piazza del Quirinale le immagini della folla accorsa – con qualche tricolore – per scattare immagini di un momento, per stappare una bottiglia, per gridare la propria rabbia, per esternare il sollievo che si prova di fronte alla liberazione da un peso insostenibile o anche solo per poter dire da domani “io c’ero”.Ho avuto l’opportunità e, forse la fortuna, in questo ultimo week end, di incontrare
alcune persone che mi hanno particolarmente colpito per le cose che hanno detto o scritto. Desidero farne parte con voi, se avrete voglia di seguire l’itinerario che propongo. Non pretendo condivisione, ma chi avrà voglia potrà, se vorrà, anche commentare.
Guarda caso sono tre donne e, in un momento in cui si enfatizza molto il ruolo delle donne nella società, mi fa piacere proporre tre “bei soggetti”: a Bologna spesso, con questa espressione gergale, si dice così di quelle persone che per qualche motivo, suscitano sorpresa, ammirazione, desiderio di conoscere e di conoscerle. Continua »

Qualcuno dovrebbe ricordare agli italiani almeno una volta al giorno che non è scritto da nessuna parte che, una volta “eletto”, un presidente del Consiglio si debba tenere per cinque anni. Cari connazionali, ricordiamoci che abbiamo eletto un Parlamento e non un Presidente del Consiglio! Anche se sul simbolo c’era scritto il suo nome. Un Parlamento di “nominati” che potrebbero mandarlo a casa anche subito! Se solo volessero. Ma, appunto, come si fa a rivoltarsi contro chi ti ha aperto la strada del Parlamento?
E allora? Siccome è palese che è in atto una grande manovra culturale per convincere il popolo italiano che chi diventa presidente del consiglio ha diritto di governare – e di fatto comandare – per cinque anni, bisogna fare un po’ di chiarezza.
Occorre riprendere in mano la Costituzione. Pochi articoli, a cominciare dal primo, semplici Continua »



Commenti Recenti