Non si fa in tempo a soffermarsi su un fatto, su un argomento, su un aspetto della vita politica che ne sorgepolitica-dell-immagine un altro subito dopo.

Difficile commentare, prendere posizione con piena cognizione di causa, elaborare una reazione che vada oltre l’emotività.

Ma siccome l’emotività è alta, mi lascerò, per una volta, guidare dall’emotività nel dare ordine ad un inevitabile commento, senza rinunciare – spero con lucidità – ad esprimere il mio parere. Ovviamente su pochi temi. Quelli che soggettivamente mi interessano di più, contento se qualcuno vorrà controbattere, dibattere, confrontarsi o semplicemente dialogare.

Dal lontano al vicino …

Sorpresa!

Anche se di veramente lontano ormai non c’è più nulla e sarebbe più giusto dire dal globale al locale. Ma c’èpace-israele-e-palestina1 un elemento interessante, una novità stupefacente, un’attività da seguire con attenzione. È il viaggio di Berlusconi in Medio Oriente. In settimana, prima in Israele e poi in Palestina. Viene abbastanza spontaneo pensare che l’attivismo del nostro presidente sullo scacchiere internazionale sia motivato anche dalla necessità di rifarsi un’immagine molto sciupata dalle cadute nella politica interna, per non parlare delle precedenti esperienze durante gli incontri di livello bilaterale europeo o mondiale. Ma proviamo ad osservare fuori dal pregiudizio le questioni salienti di questo dinamismo internazionale. Resta sempre il problema della “credibilità” e della coerenza con il complesso delle azioni internazionali (rapporti con Gheddafi, riduzioni all’osso degli aiuti ai paesi in via di sviluppo e alle ONG, annunci piuttosto disinvolti come il cosiddetto Piano Marshall per i territori Palestinesi, le contraddizioni sulle sanzioni all’Iran, ecc.), ma le affermazioni fatte sia al Parlamento d’Israele, sia al Parlamento Palestinese, debitamente depurate dalla gaffe sulla “giusta” (sic!) reazione di Israele contro Gaza,  sono sostanzialmente in linea con la tradizione della politica italiana. Ora, per chi volesse mantenere un suo personale buon livello di informazione al riguardo inserisco il link del CIPMO (Centro Italiano per la Pace in Medio Oriente) sempre bene informato sulle tematiche medio orientali. E come auspicio socializzo un brano tratto da un articolo di AVRAHAM B. YEHOSHUA su “La Stampa” di ieri 3 febbraio dal quale si evince quale sia la reale valutazione delle autorità palestinesi circa le posizioni strumentali assunte dal governo iraniano.

La scorsa settimana, durante una preghiera pubblica a Ramallah alla quale hanno preso parte tutti i capi dell’Autorità palestinese, il ministro della Religione palestinese ha tenuto un sermone che ha destato speranza. Davanti alle telecamere si è pronunciato in maniera forte e risoluta contro l’ingerenza iraniana nel conflitto tra Israele e il suo popolo esprimendosi, più o meno, nei seguenti termini: «Che c’entrate voi con questo conflitto? Noi non abbiamo bisogno del vostro patrocinio né del vostro sostegno. Anziché aiutare noi e gli israeliani a giungere alla soluzione generalmente accettata da tutti, ovvero due Stati per due popoli, voi non fate che inasprire lo scontro. Spinti da motivi estranei al conflitto incoraggiate e sobillate l’estremismo di Hamas provocando così la reazione violenta di Israele, aggravando la nostra sofferenza e allontanando la conclusione alla quale noi tutti auspichiamo. Mai un vostro soldato ha versato sangue per il nostro popolo, a differenza di migliaia di soldati egiziani il cui governo ha stretto un patto di pace con Israele».

Insomma, proviamo a credere per una volta nella buona fede del nostro governo, almeno al livello delle montesole_piccpolitiche internazionali. Si muove ancora con un dilettantismo diplomatico pericoloso, indulgendo pure a qualche barzelletta, ma qui non riesce a scherzare troppo nemmeno lui e si deve districare nel bel mezzo di una questione, quella medio orientale, che pare la tela di Penelope. Sembra, finora, che non faccia troppi danni. L’idea guida di “due popoli, due stati” è da perseguire e per chi ha sempre cercato di favorire la comprensione reciproca fra quei due popoli, attraverso le attività formative della Scuola di Pace di Monte Sole , i progetti della Provincia di Bologna e, sul nostro territorio, le iniziative dell’associazione Pace Adesso / Peace Now, il fatto stesso che si riaffacci un dinamismo italiano ed europeo sul versante della pace deve essere considerato un buon inizio d’anno.

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