È passato un po’ di tempo dall’intervento sull’elezione delle Consulte di Castel San Pietro. Domani è l’ultimo giorno per la presentazione delle candidature, anche sembra prevalere un rinvio in ragione della difficoltà che pare esserci nel completare le candidature.

Nel frattempo qualcuno ha dialogato sul tema anche su Facebook. Mi permetto di riportare qui le riflessioni che mi paiono piuttosto interessanti. E, poichè mi viene richiesto, concludo con una mia risposta ad alcune questioni poste da chi ha scritto.

Giuseppe Lentini 10 novembre alle ore 11.28

Grazie dell’invito , ma essendo gia nella commissione cultura , credo di non candidarmi per un ulteriore incarico .Apprezzo comunque la nuova modalita di formazione delle nuove consulte , un bell’esempio di concreta democrazia . Ciao e alla prossima cena !

Gianluigi Gallo 10 novembre alle ore 14.45

Caro Vincenzo, essendo in Consiglio Comunale vorrei solo far notare due cose: la prima sono convinto che se il Regolamento fosse stato diverso più persone avrebbero trovato la voglia di candidarsi. E’ difficile accettare che chi cittadino extracomunitario (e vale anche per gli Statunitensi Australiani e così via…) viva qui da almeno 1 anno possa essere candidato e votare. Manca la conoscenza del territorio, a volte della lingua. Anche chi da altre città si è trasferito o ritrasferito su Castel San Pietro terme da poco può non essere stato partecipe della vita del nostro Comune. La soluzione? Allungare il periodo minimo di residenza e possibilmente, senza passare per razzisti una buona conoscenza della lingua italiana. La parte positiva invece e che queste Consulte, se elette, derivando da una votazione diretta da parte dei cittadini hanno una valenza diversa da quelle precedenti. E’ vero che sono consultive, ma è anche vero che si ha un rapporto diretto fra eletto ed elettore e l’Amministrazione non può prescindere dal capire che cosa questo comporti.
Spero vivamente che l’Amministrazione si attivi perchè a Venerdì scorso le candidature erano scarse, mi è stata fornita la cifra di 4 persone. 2 a Castel San Pietro Terme, 1 a Poggio e mi pare 1 a Osteria Grande.
L’altro grande tema è che occorre invertire la tendenza che da decenni accompagna le consulte e che le vuole maggiormente come luogo di ratifica di decisioni prese piuttosto che di proposta e di ascolto. Vediamo come va, vediamo se sono necessari correttivi.
Gianluigi

Francesca Marchetti 18 novembre alle ore 18.18

buona sera a tutti, io sono fermamente convinta della positività del nuovo regolamento votato, e per questo ho coinvolto mio marito in questa esperienza per la candidatura. abitiamo a castel san pietro, nostro figlio sta crescendo a castello per cui…perché non essere propositivi e mettere a disposizione tempo, idee ed opinioni per migliorare la città??? stefano non lo ha ancora fatto perché ha ancora dubbi sul fatto che sia un contesto veramente “consultivo di idee e proposte” e non invece un’ulteriore occasione, ambito in cui “fare politica”. non so se lui è troppo pessimista o io ancora ingenua, nonostante conosca la macchina comunale. mi piacerebbe conoscere l’opinione di zacchiroli, che ritengo una persona di grande correttezza e sincerità
francesca

E questo mi son sentito di rispondere:

Tre interventi su un tema di questa portata sono indiscutibilmente un successo, soprattutto se penso ai 15 lettori cui ambiva Alessandro Manzoni per i suoi “Promessi Sposi”. La mia non è ironia, perché in un tempo in cui della politica si diffida e si evita più che si può l’esposizione, e con l’esposizione del pensiero e della proposta si evita la responsabilità, che ci siano tre persone che “dicono la loro” fa solo piacere.
Parto da Giuseppe Lentini e mi rallegro con lui per l’impegno nella commissione cultura e per la grande disponibilità sull’educazione musicale che sa mettere a servizio non solo della scuola ma della città tutta. Se tutti mettessero un po’ delle proprie competenze a disposizione della “polis” molti obiettivi si raggiungerebbero con maggiore facilità.
Gianluigi Gallo è uomo impegnato in politica e nell’amministrazione cittadina da lungo tempo. Anche lui sottolinea il respiro civico della riforma approvata al termine dello scorso mandato, in particolare il rapporto diretto fra elettori – cittadine e cittadini – e elette ed eletti, anch’essi cittadini senza etichette predefinite, persone che si mettono in gioco cercando il consenso dei cittadini in cambio della loro assunzione di responsabilità. Personalmente non sono d’accordo sull’allungamento del periodo di residenza per gli stranieri statunitensi, australiani e ovviamente per tutti gli extracomunitari, per un motivo di fondo: salvo poche eccezioni che valgono anche per gli italiani, gli stranieri e i “non castellani doc” lavorano e pagano le tasse e se desiderano mettersi al servizio dei processi decisionali, perché a Castello si stia tutti meglio, ben venga! No?
Ecco, sta proprio qui la risposta alla domanda cruciale di Francesca Marchetti che ringrazio per gli apprezzamenti. Le consulte come escono dal nuovo Regolamento sono indubbiamente diverse da quelle di prima, molto diverse e anche a Gianluigi che pensa che possano tramutarsi in un luogo che ratifica decisioni prese altrove, dico che dipende da chi c’è. Lo strumento fa da strumento e può essere usato al 100% delle potenzialità o tendenzialmente svilito. E mi torna in mente il Parlamento italiano di questa legislatura!

La diversità tra le Consulte di prima e le prossime si coglie in due snodi fondamentali. Il primo è quello dell’elezione diretta da parte dei cittadini col significato che assume soprattutto nelle comunità piccole, ma di questo ho già trattato nel primo intervento; il secondo è il rapporto nuovo tra Consulte e Amministrazione Comunale. Bisognerebbe, a questo proposito citare almeno l’articolo 5 che precisa le modalità di partecipazione delle Consulte alle politiche dell’Amministrazione Comunale. Me la caverò con un brevissimo passaggio: “I Consigli delle Consulte sono informati e sentiti dall’Amministrazione Comunale sulle scelte strategiche riguardanti l’intero territorio comunale fin dalla fase di progettazione e adozione”. E su tutti i settori fondamentali della vita della città l’Amministrazione è tenuta ad informare per tempo, a creare le condizioni della discussione e della valutazione che dovrà essere comunicata formalmente al Consiglio Comunale che dovrà citarla in sede di approvazione.

Non vado oltre, perché l’intento non è di far percepire il peso dell’impegno, che c’è e va considerato, ma le opportunità che l’istituzione di queste consulte apre per le comunità frazionali, Capoluogo compreso. La domanda di Francesca sottendeva, poi, a mio parere, un problema che va chiarito subito. Quale il peso dei partiti in questa storia? I partiti avranno il peso che devono avere, ma chi verrà eletto nei Consigli delle Consulte non avrà nessun obbligo di rispondere ad indirizzi di partito, proprio perché i voti che si sarà conquistato saranno quelli dei cittadini che avrà personalmente coinvolto e gli avranno dato fiducia. Non si pensi però – da anime belle – che i partiti si ritraggano da un compito che devono assolvere in nome dell’articolo 49 della Costituzione. Non è affatto vietato (e sarebbe paradossale) che i partiti chiedano a persone di loro fiducia di partecipare alle elezioni, ma anche per costoro la competizione si gioca, come è giusto, sulla fiducia dei cittadini da cui trarre la forza per farsi eleggere e – nello stesso tempo – il sostegno per condurre l’azione civica e politica nel senso più vero di questa parola. Da ultimo faccio mio l’auspicio di Gallo, affinché l’Amministrazione faccia di tutto per facilitare la conoscenza di queste prime elezioni delle Consulte e l’adesione a questo impegno. Candidatevi con fiducia. Auguri!


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