Ma che bel telegiornale, mi sono detto, cercando di moderare i termini, mentre assistevo stupefatto al TGtg1-focus di RAI 1 di mercoledì 20 ottobre.

L’attenzione rivolta al delitto di Avetrana è legittima, per carità, l’informazione va data, ma che questa si trasformi in una sorta di orgasmo mediatico multiplo nel corso di tutta la trasmissione, mi pare francamente troppo.

Il conduttore sempre preoccupato di collegarsi con le due inviate, una ad Avetrana davanti al garage della villetta e l’altra da Taranto per aggiornare – si fa per dire – sull’evolversi delle indagini, come se si trattasse di “tutto il calcio minuto per minuto”, trasformano il tg in un’altra cosa.

All’una e mezzo le famiglie italiane, nonni con i nipotini appena tornati da scuola, pranzano e il tg è lì a portare le novità. Ma sul delitto di Avetrana di novità non ce ne sono e allora passano le immagini dei luoghi, il pozzo, la porta del garage, la veranda, ritornano ossessivamente i volti della madre che chiede verità e giustizia, della zia, dello zio e della cugina, dell’amica, dei messaggini sui cellulari a raccontare le loro versioni che dovrebbero essere detti al giudice e basta. Ma un giornalismo spregiudicato fa confessare in diretta esperienze e sentimenti mentre vengono ribaditi particolari ai limiti della pornografia: chissà se è poi vero che sul corpo morto di quella povera ragazza si è avventata la violenza sessuale di uno zio impazzito con l’aiuto di una cuginetta compiacente? Ma questa cugina che abbracciava Sarah mentre lo zio le metteva una corda al collo e – perso il controllo – deve aver stretto troppo, perché la ragazza è morta. Non è tutto, ma mi fermo qui, perché ce n’è abbastanza.

Il grande fratello – a questo punto – è roba da asilo nido. Non credo che un telegiornale abbia il compito di indurre gli italiani a guardare dal buco della serratura in una casa e in un paese sconvolti da una tragedia simile. Vediamo di non fare confusione. Purtroppo Sarah Scazzi non c’è più.

Le versioni su come sono andati i fatti sono molteplici, le opinioni si sprecano, i talk show imperversano. Come faccio a non pensare che si approfitti anche di questa tragedia familiare per distrarre l’opinione pubblica da questioni che riguardano direttamente tutti noi?

Il controllo dei tempi parla da sé: in un telegiornale che dura 25 minuti, il “focus” sul delitto di Avetrana ne prende subito quasi 7, con un appello del conduttore a tenere le antenne alzate, perché, le inviate speciali interverranno in corso di trasmissione. La seconda notizia, di interesse generale, almeno per i cittadini della Campania – riguarda Terzigno e i problemi della “monnezza” napoletana – viene liquidata in un minuto e mezzo, mentre vengono concessi 2 minuti e mezzo ai disordini in Cecenia, un minuto e mezzo all’accordo sul patto di stabilità raggiunto a Lussemburgo che dovrebbe farci meglio capire se i comuni italiani potranno spendere almeno i soldi che hanno, 30 secondi alla relazione della Corte dei Conti che in primo piano ha la corruzione, reato sul quale gli italiani avrebbero il diritto di sapere molto di più, un minuto e mezzo sulla riforma della giustizia e sul lodo Alfano. Un brevissimo flash di 28 secondi sul capo dello Stato, un minuto e mezzo alla cisl , 35 secondi ai disordini in Francia per la riforma delle pensioni, un minuto e 45 secondi alla situazione in Afghanistan, un minuto e mezzo al prigioniero morto in Francia. Ma a questo punto il conduttore interrompe per un collegamento con Avetrana dove – ovviamente – non hanno nulla da aggiungere. Così si prosegue: la moda con intervento di Tajani e lo sport che si prendono poco più di tre minuti e infine … ancora il delitto che pare prioritariamente occupare i pensieri degli italiani.

Il processo vero non è ancora incominciato ma è cominciato, invece, il processo mediatico.

– Era sola in casa?

– Ma salterà fuori la vera verità?

– Cuore di mamma che cosa dice?

– Sabrina le è stata accanto in tutti questi momenti …

– Sua sorella?

– Vedremo alla fine

– Che avesse il coraggio di dire la verità!

– Sono testimone di Geova. Credo nella resurrezione

– Ma ci sarà stato il vilipendio di cadavere?

– Si farà questo benedetto incidente probatorio?

– E Cosima? interrogata per quattro ore …

– Ero a letto mentre mia figlia aspettava Sarah

Infine, se i cari ascoltatori fossero a tal punto irretiti da voler scavare ancora un poco, potrebbero sempre seguire l’intervista integrale alla mamma di Sarah e porre anche domande sul sito del TG.

Sento una specie di nausea.

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