Sì!, ha l’aria di una favola. E, invece, è una storia vera. Nata cinquantasei anni fa tra giovani uomini che amavano stare insieme, amavano cimentarsi, ammiravano i campioni, nel caso specifico quelli del ciclismo fino ad alterare i propri cognomi e attribuirsi reciprocamente quello degli assi in auge in quel periodo.

Ma appassionati anche della “bici” e curiosi esploratori del proprio ambiente di vita: per quella volta 111 km sfidando la montagna alle spalle di casa propria. Per me, di qualche anno più grande, teatro della linea gotica nella mia primissima infanzia, al tempo luogo delle prime, ricchissime, esperienze professionali, ora immagini incancellabili visive ed emotive insieme.

Dal diario di Gigi
Questa dodicesima tappa mi fa pensare che ce ne siano state altre undici prima …
ma non è finita qui …
Le due cartoline mi richiamano diversi periodi della vita: Loiano, un anno da dirigente scolastico, Castel dell’Alpi mi porta molto indietro nel tempo, alla formazione tragica di quel lago nel 1951, quando a dieci anni, niente televisione, vidi le immagini dell’evento al cinema durante una “Settimana INCOM”, una sorta di notiziario che veniva diffuso nelle sale cinematografiche nell’intervallo tra una proiezione e l’altra.
… e infine …
Veniste a trovarmi? La testimonianza di Adriano Gironi è inoppugnabile, la descrizione richiama elementi non certo di fantasia .

Lavoravamo tutti di fantasia. Per me Coppi era stato il più grande, ma ancora li seguivo in TV i grandi campioni del momento. Da piccoli, all’epoca di Coppi e Bartali c’era una rivalità diabolica che spesso sconfinava nella politica e se Bartali era dell’Azione Cattolica, irrimediabilmente Coppi doveva essere comunista … E come potevo andare d’accordo con me stesso, io, irreprensibile chierichetto, “coppiano” senza incertezze? Eppure … Non scoppiava di certo la guerra. Al massimo potevamo vedercela a “coperchini” sulla pista tracciata col gesso sul marciapiede.

La radiocronaca sul diario di Gigi è straordinaria per la capacità di ricondurre la mente a quell’epoca: par di vederli quei cinque eroi fin dal ritrovo alla Baracchina all’angolo Massarenti Albertoni e poi, un po’ insieme e poi sgranati, ma sempre capaci di ritrovarsi insieme fino alla meta. Che epopea!

Se non volete fare lo sforzo di leggerla sulle foto, eccola qua trascritta in stampatello.

12a Tappa

Bologna – Rioveggio -Madonna dei Fornelli – Castel dell’Alpi – Ca’ di Pallerino – Monghidoro – Bologna

Totale Km 111

Il dì 17-6-66

Paolo Marabini

Luigi Cristiani

FERDINANDO CONTI

… Fortuzzi

Remo Piretti

GSC

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ROTOTOUR

Ritrovo alle 7 alla baracchina di Carlo. Partenza alle 7,30, poiché Piretti ha dato una cosiddetta regolatina al cambio, facendo saltare tutto.

Al Sasso, Cippa si stacca. Sulla rampa  tra Vado e Rioveggio anche Fortuzzi perde contatto dai primi. A Rioveggio Conti, Piretti e Marabini hanno un minuto su Fortuzzi e quindici minuti su Cippa che ha proseguito con stanca fermezza.

Partenza dopo una opportuna sbaffata ed ancor Renzo e Cippa perdono contatto coi primi sui  primi tornanti per San Benedetto di Val di Sambro. In testa l’andatura, prima sostenuta per gli scatti di Piro e Paolo, rallenta quando la salita comincia a farsi sentire per durezza e lunghezza. A 1 km da St. Benedetto breve crisi di Piro che poi si riprende. Intanto cresce Conti. I primi tre si fermano a St. Benedetto e aspettano gli altri due. “Cippa” intanto ha superato Renzo.

Si riparte e i soliti due si staccano di nuovo.

In testa i tre fratelli “Bianchi”procedono regolari, Piro e Paolo stanno tirando gli ultimi, Conti, invece, forte del suo allenamento, procede facilmente. Ma non scatta e così arrivano al culmine tutti e tre insieme. La discesa su Castel dell’Alpi provoca la selezione.

Queste le posizioni al ponte sul lago: 1° Conti, 2° Piro, 3° Paolo, 4° Cippa, entrambi in ritardo.

Dopo aver spedito alcune cartoline, si va a Ca’ di Pallerino dal  maestro Vincenzo Zachiroli che accoglie i vari Gigi Zilioli, Nando Motta, Remo Gimondi, Paolo Adorni, Renzo Dancelli con calorosa festosità.

Dopo quella lieta pausa si comincia il cammino di ritorno.

Ultima fermata al Bar Esso di Monghidoro e si attacca la bella discesa per Bologna.

Cippa si stacca dinuovo e arriverà a Bologna con 10 minuti di ritardo.

Renzo si stacca nella discesa tra Loiano e Sabbioni, perché non riesce a seguire gli altri tre lanciati dietro ad una macchina americana. Poi Renzo si ricongiunge nel falso piano verso Livergnano. Ma lo strappo prima del paese segna la sua definitiva condanna.

Questi i passaggi a Livergnano: 1° Marabini, 2° Conti. 3°Remo. Appena inizia la discesa, con pendenza del 13%, Conti sorpassa Marabini e acquista terreno anche su Piretti.

A Pianoro, al termine della lunga, ma bellissima discesa, Piro e Paolo ricuperano lo svantaggio su Nando. Poi niente più da segnalare fino a Bologna dove gli arrivi si susseguono in questo ordine:

Ore 14 Conti, Marabini, Piretti;

Ore 14,02 Fortuzzi;

Ore 14,10 Cristiani (pacifico!!!)

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