Bukavu, 06/02/05
Denis Mukwege
Che festa! Il premio Nobel l’ha guadagnato lui, ma la festa è di tutti. Dr. Mukwege siamo tutti con te! https://www.quotidiano.net/esteri/video/nobel-per-la-pace-a-mukwege-festa-nel-suo-ospedale-in-congo-1.4223811 Ma che cosa è successo? Sono impazziti? no. Non è così. Chi vuol sapere di più legga qui https://www.repubblica.it/esteri/2018/10/05/news/nobel_per_la_pace_premio_a_mukwege_e_murad_contro_stupri_di_guerra-208218919/ pazzi no, ma strafelici sì. La loro felicità nasce dall’aver capito il vero significato del riconoscimento attribuito al dottor Mukwege. Quando ci sono delle belle notizie, è doveroso oltreché piacevole condividerle. Sono sicuro che tutti gli amici, soprattutto i Castellani e gli Imolesi, in particolare Don Beppe e l’Oratorio di San Giacomo, abbiano provato un sussulto di gioia e di soddisfazione nell’imparare che questo ginecologo di Bukavu, città alla quale le due città dell’Emilia Romagna sono indissolubilmente legate, è stato insignito del Premio Nobel per la Pace. Ascoltate Abdel, anche se non sapete il francese… vi sarà facile condividere la gioia e la speranza. https://www.facebook.com/527280397290778/videos/1749425698516913/UzpfSTEwOTk3MDYxMDU6MTAyMTY2NzUzOTIxMzI3NjQ/ Basta poco per rendersi conto del livello di giusta esaltazione che può provocare il raggiungimento di un traguardo simile, ma solo chi ha visto con i propri occhi, solo chi ha udito con le proprie orecchie può unirsi con grande consapevolezza a queste sorelle e a questi fratelli che, lo si può ben dire, non stanno nella pelle dall’entusiasmo. Quando andai, ai primi di febbraio del 2005, chi mi ospitava faceva di tutto per farmi trovare bene. Sempre quando si ospita si vuol fare anche bella figura e al sottoscritto, Sindaco di una città che aveva donato la possibilità a due villaggi, Muzinzi e Mubone, di approvvigionarsi di acqua potabile, l’accoglienza, la protezione, la condivisione furono elargite senza risparmio. Non mancarono, però, nelle visite quotidiane, nei continui confronti, nell’elaborazione dei progetti in atto e futuri, i contatti con la realtà, anche quella più dura, a volte tragica. Più d’una volta, oserei dire con frequenza, emerse proprio la terribile realtà degli stupri usati come arma di guerra e, contestualmente la presenza di interventi atti a prevenire, contrastare e riparare per quanto possibile a questa pratica di disumana violenza. “É il giorno delle mamme del P.P.A. (Piano per l’Adozione a distanza dei ragazzi) di Bukavu, per permettere lordi frequentare le scuole. Al mattino ci sono anche le donne violate e su questo argomento si continua la sera con una profondissima intervista a Marie Noël Cikuru del Servizio di Ascolto e di Accompagnamento delle donne traumatizzate … ”
Marie Noël Cikuru
Allora scrissi a margine degli appunti: “Je sui etonné” Oggi di più. E la gioia per il Nobel proprio lì, a Bukavu, oltre al mal d’Africa che non scompare e non scomparirà, mi fa pensare che se lo meritano proprio. Sì, un grande interminabile applauso!

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