Grande e piccolo insieme, questo mondo, questo pianeta Terra, di cui, giorno per giorno, ascoltiamo, osserviamo, ormai quasi senza provare emozioni, vita, morte, miracoli, bombe, carri armati, droni, campi profughi, alluvioni, frane … E ci facciamo un’idea di come va la vita dell’umanità attraverso le notizie diffuse dai canali televisivi. Rifletto fra me e me e penso che la scelta dei media ai quali ricorro riguarda, in questo periodo, i femminicidi, il Medio Oriente incendiato, l’Ucraina sotto scacco, i bilanci dello Stato e dell’Unione Europea, alcuni commenti sulla politica italiana, l’intelligenza artificiale, qualche processo e poi … sport e spettacoli. Da quante settimane veniamo informati nei minimi particolari su ciò che ci propinerà il festival di Sanremo? Niente di male, argomenti sui quali si fissa talora anche la mia attenzione, ma se mi soffermo e provo a focalizzare su ciò che mi interessa davvero, i fatti più vicini alla mia sensibilità quotidiana, la panoramica si allarga e appaiono in primo piano altri luoghi, altri volti, altri eventi che vorrei maggiormente esplorati dall’informazione a più ampia diffusione e agevole fruizione. Vorrei saperne di più. Vorrei sapere di più su ciò che si fa “in positivo” per superare le difficoltà, per prevenire, per costruire, per avvicinare, perché sono convinto che ci sono al mondo realtà che operano per farci stare meglio e di quelle dobbiamo sapere perché sono anche convinto che l’esempio trascina.

È come per lo stato di salute dei tuoi familiari, dei tuoi amici. Vuoi sapere come va, ma soprattutto come procedono le cure, se è necessario adeguare, esplorare altre vie, avviare processi nuovi. E mi viene da pensare a quale futuro si prospetta per Arisha e gli altri e le altre che frequentano i sabati mattina dell'”Aiuto compiti” della mia parrocchia e si sforzano di leggere frasi che non capiscono. Ma anche dei loro compagni e compagne di scuola la cui lingua nativa è la stessa di me maestro e mi chiedo se la scuola ha sempre e dovunque, a cominciare da chi la guida, la percezione dell’importanza del compito e gli strumenti per svolgerlo con profitto. E ho pensato ai nostri amici di Bukavu. Per me una storia iniziata quasi venti anni fa. Con e per la generosità di alcune persone sensibili e illuminate, toccò a me volare là dove la fantasia non riusciva a rappresentare la quotidiana fatica di vivere e anche solo sopravvivere, per raccogliere il sorriso, il canto e le danze di donne felici che domani si sarebbero risparmiate la fatica di non so quanti kilometri a piedi per trasportare l’acqua per la propria capanna e la propria famiglia. …. Sentivo il bisogno di sapere. Gli amici, i cosiddetti benefattori, mi aiutarono e guidarono nell’esplorazione. E dopo l’acqua sgorgata dal rubinetto della fontana che mi lasciarono l’onore di inaugurare, vidi all’opera Pierre mentre con alcune ragazze locali sfogliava un testo di agronomia, vidi i campi con i prodotti frutto dello studio e di queste iniziative, vidi e presi parte ad un’assemblea in preparazioni delle elezioni che si sarebbero svolte di lì a poco.

Sono passati quasi venti anni da allora e, figurarsi se non mi incuriosisce ancora la vita politica della Repubblica Democratica del Congo. Ma i nostri media non ce ne parlano. Allora ho cercato e ho trovato. La fonte mi pare attendibile e aggiornata. https://www.treccani.it/magazine/atlante/geopolitica/elezioni-in-congo-riconfermato-tshisekedi.html

Per ora basta così. Ma so che tanti amici e tante amiche vorrebbero sapere ancora di più. Alla prossima, allora! Ma partendo da questo link, ognuno potrà anche esplorare e andare oltre…

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