Che il mondo vada rapidamente cambiando, che la società si evolva di giorno in giorno, quella che entra nelle nostre case di momento in momento attraverso i media, insieme a quella vera, tangibile, formata dalle persone che incontriamo ogni giorno, non è una novità e, ormai, chi si emoziona più? Eppure domenica scorsa, 17 settembre 2023, io mi sono emozionato, perché ho toccato con mano, o meglio, ho visto con i miei occhi e udito con le mie orecchie ciò che non avrei osato immaginare. Altre volte mi era capitato di assistere a qualche esperienza teatrale sul palcoscenico della parrocchia. Qui a Osteria Grande.

O nella mia parrocchia di un tempo, quando io stesso da ragazzo avevo fatto l’attore, a Bologna, a sant’Antonio di Savena, dove solo poche famiglie e qualche bar offrivano ai vicini di casa e ai frequentatori, di passare qualche serata davanti alla televisione con le sue offerte di intrattenimento in bianco e nero.

Domenica pomeriggio invece non potevo rinunciare ad assistere alla proposta di un gruppo di signore che da tempo si riuniscono per passare qualche ora scambiando “due chiacchiere” intorno alla tombola, creando anche quel tanto di “suspense” insieme alla soddisfazione di portare a casa qualche oggettino, puntando qualche spicciolo, senza rattristarsi se la fortuna bacia qualcun altro. La proposta era sintetizzata nel volantino affisso alla bacheca della parrocchia a me giunta tramite uno dei vari social locali. Il teatro traboccava di nonne, nonni, mamme, qualche papà e un bel gruppo di nipotini. Il titolo era accattivante “PINOCCHIO”. Avevo qualche minuto di ritardo e già avvicinandomi erano giunti alle mie orecchie gli applausi di una platea a dir poco entusiasta.

È bastato entrare per rendersi conto dell’eccezionalità dell’evento e del livello della realizzazione. – Ma ci vogliono le scene, e come faranno a rappresentare il Paese dei Balocchi? E la Balena? E chi interpreterà il Grillo Parlante? E la Fata Turchina? E il Gatto? e la Volpe? Di scena in scena si svolgeva la bella favola prodotte dalla fantasia di Collodi. Non ho potuto resistere alla tentazione di scattare un po’ di foto, perché certe esperienze non è giusto goderle da soli e, allora, almeno un paio, eccole qua.

Applausi a non finire. Talché arrivato a casa non ho saputo resistere e ho informato un amico giornalista.

Caro … è di un bel gruppo di nonne che vorrei parlarti. Stufe di riunirsi settimanalmente a giocare a tombola, hanno sfidato i pregiudizi dell’età e si sono cimentate in una divertente rappresentazione teatrale. E così, oggi pomeriggio (domenica 17 settembre) dal palcoscenico delle opere parrocchiali di Osteria Grande, hanno offerto ad una platea entusiasta e quasi incredula di duecento nonni, nonne, nipoti e relativi genitori una originale trasposizione teatrale di PINOCCHIO. Abbiamo così scoperto la naturale capacità di « recitare » e di coinvolgere di una gênerazione che oggi vediamo quotidianamente impegnata a supportare in molti modi le famiglie del territorio. Le stesse nonne che preparano il pranzo ai nipoti quando i genitori sono al lavoro, si sono sorprendentemente trasformate nei più noti personaggi della fiaba più amata. Si sono divertite prima di tutto loro nei panni di Geppetto, del Grillo Parlante, di Mangiafuoco, della Fatina dai capelli turchini, ma hanno scatenato gli applausi di una platea sorpresa, entusiasta e grata a chi si è cimentato nella traduzione teatrale dell’opera di Collodi, di chi ha curato la regia, di chi ha interpretato i personaggi e di chi ha dipinto le scene.
Se vuoi posso raccontarti dell’altro …” e così è stato.

Il giorno dopo una pagina di giornale quasi tutta per loro per queste straordinarie rappresentanti di un mondo di perennials che sa reinventare la figura dei nonni, soprattutto delle nonne che, non contente di tenere aperto il ristorante domestico per i nipoti, si scoprono intrattenitrici, divertendo loro stesse in primo luogo e, insieme, una bella fetta di società.

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