Abito da molti anni a Osteria Grande, un paese sulla via Emilia a una ventina di chilometri da Bologna in direzione del mare Adriatico. Non sono nato qui, ma mi ci hanno portato la vita e le condizioni economiche. A riflettere su questo scorcio di periferia tra l’industriale e il rurale, mi ha portato, invece, una scritta sul muro del Centro Commerciale. Eccola qua.

Purtroppo l’operazione “cancellazione” non è andata completamente a buon fine e quella volgare affermazione non mi ha lasciato indifferente. Ma dove sono finito? Mi sono chiesto più volte. Osteria Grande non si differenzia molto da tanti altri agglomerati che la via Emilia snocciola lungo tutto il suo percorso rettilineo che va da Piacenza a Rimini. Ma una definizione così perentoria e totalmente negativa non poteva lasciarmi indifferente. E così, di tanto in tanto, mi sollecita qualche riflessione. Modesta, ma convinta.


Ascoltate …

Proprio qualche sera fa, lungo il percorso scelto per il quotidiano allenamento, mi ha sorpreso il verso del cuculo e istantaneamente mi sono sentito in compagnia. Avrei voluto rispondergli, chiedergli chi sei? … Ho alzato lo sguardo, ho esplorato curioso tra quelle fronde di questa foresta poco dietro casa mia. Troppo difficile per un uomo di città, ma tornerò.

Ma, l’altra sera le sorprese non erano finite. Pochi passi e mi sono ritrovato avvolto da una nuvola profumata seguendo la quale sono giunto alla fonte di quel benessere gentile. Secondo me dal breve filmato si scopre dov’è. Volete godere di questo delizioso profumo?Fate presto perché la fioritura dei gelsomini non dura in eterno. Sennò basta armarsi di santa e tanta pazienza, perché sarà la prossima primavera a inondarci del loro effluvio inebriante.

18 giugno. Che succede? Un incendio? Ma no! Un tramonto da fare invidia agli orizzonti più belli, marini o montani che siano. Che silenzio! Poca gente per strada. Le macchine? Parcheggiate. Dev’essere caldo. Lo é. Il mare non c’è. Vero. Mica si può avere tutto. Fotografo un cielo che fa sognare. Incontro un amico e ci soffermiamo a commentare. Il clima è cambiato. Mettiamo il cappotto alle case …

Non si può dire tutto in una sera. Sarà allora il caso di riandare un po’ indietro con la memoria, alle camminate nei dintorni, perché Osteria Grande ha dei meravigliosi dintorni. Dolci colline ammantate di ulivi, coltivazione ripresa di recente che già produce olio di pregio e si affianca a invitanti filari di sangiovese, albana, trebbiano e compagnia. Sono sempre di più coloro che azzardano qualche chilometro di trekking e diffondono la passione dell’esploratore lungo tratturi e cavedagne colorate di giallo, d’azzurro, di rosso e immancabilmente di verde.

Molto altro ci sarebbe da dire per rispondere a chi pensa di definire un paese con una parola dettata, credo, unicamente dalla rabbia. Ci proverò, perché gli elementi di certo non mancano. Spero soltanto di trovare tempo e voglia, ma credo che questi pochi spunti smentiscano decisamente quella indecente definizione che ancora campeggia su un muro del Centro Commerciale.

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