Quest’anno la mia attenzione ha subito un’attrazione nuova: gli uccelli. Non che non vi fossero altri animali in giro o che l’anno scorso, o nei tanti anni passati da queste parti, gli uccelli non fossero presenti, ma quest’anno, oltre che gli uccelli, molto spesso mi son sorpreso a guardare le loro casette. Non i loro nidi, ma le casette costruite dagli abitanti per gli uccelli di passaggio. La prima a sorprendermi è sotto il balcone della casa che mi ospita per questo periodo di vacanza. Eccola qui. In cima a un alto palo di fronte a montagne che le fanno da fondale. Un fondale di lusso.

Un’autentica villa, per uccelli coccolati, nella quale potersi alimentare, dissetare e riposare, opera di un artista che passa tanto tempo nel suo incredibile laboratorio dove trasforma il legno, la materia prima abbondantemente presente nel territorio, in utili oggetti per la vita di tutti i giorni o in simpatici piccoli capolavori finalizzati a decorare la casa di provenienza degli ospiti umani. Senza, appunto, dimenticare i bisogni di chi, alato, arriva in volo. Ma dove sarà il segreto?

È tutta di legno, la vedete? Proprio una bella casa, ma non serve per abitarci. il padrone di casa ci passa il tempo libero. Coltiva un suo hobby. A mostrare i prodotti della sua attività non insegne luminose o grandi vetrine, solo al balcone una casetta pronta ad accogliere i volatili di passaggio e a scatenare qualche interrogativo nella mente di chi, ospite per qualche giorno di vacanza, si affaccia dal balcone fiorito: – Che strana casa … E dentro come sarà?

Fino al giorno in cui Alois ci invita a curiosare. Ecco qua il segreto. Un luogo caldo e accogliente. Sarà anche merito del legno, ma una foto rende forse meglio di qualsiasi descrizione lo scopo di quella casa essa stessa tutta di legno, piena di legno, di tanti oggetti essi pure di legno. Angioletti, capanne, stelle. Ci si prepara per tempo al Natale! E noi siamo finiti nel laboratorio di San Giuseppe!

Se poi, nel tuo girovagare tra i monti, lungo sentieri e vie, non procedi a occhi chiusi, ma ogni tanto alzi lo sguardo e ti metti in osservazione, ma sai quante ne scopri di queste “villette” per passeri e uccelli di ogni specie?

E quanti concerti puoi ascoltare se ti soffermi qualche minuto?

Ma sono sempre così allegre queste creature? E lì torna più che mai attuale un brano del vangelo di San Matteo “Perciò io vi dico: non preoccupatevi per la vostra vita, di quello che mangerete o berrete, né per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita non vale forse più del cibo e il corpo più del vestito? 26Guardate gli uccelli del cielo: non seminano e non mietono, né raccolgono nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non valete forse più di loro? 27E chi di voi, per quanto si preoccupi, può allungare anche di poco la propria vita? 28E per il vestito, perché vi preoccupate? Osservate come crescono i gigli del campo: non faticano e non filano. 29Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. 30Ora, se Dio veste così l’erba del campo, che oggi c’è e domani si getta nel forno, non farà molto di più per voi, gente di poca fede? Dal Vangelo secondo Matteo 6,24-34.

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