Ciao Feisal, grazie a te prima di tutto e a Leyla per chiarezza, competenza,  e simpatia, la serata dei giovani è stata – a detta di qualcuno – la migliore in assoluto. Sono momenti – questi – che riaprono le porte della fiducia nella politica. E ti assicuro che c’e n’è un grande bisogno. Le cinque donne al tavolo hanno inoltre trasmesso grande passione e contribuito a scuotere il muro della diffidenza nei confronti del mondo arabo purtroppo diffusa anche nella sinistra. Credo che ieri sera ci siamo scoperti tutti più uguali e più fratelli. Grazie ancora ! Vincenzo
Pensieri a margine di uno scambio di battute col fruttivendolo

Ero l’ultimo cliente e lui … l’ultimo mercante  a chiudere il banchetto sotto la canicola di fuoco che rimbalzava dall’asfalto.
frutta-e-verdura-mercato Il discorso prendeva le mosse dall’uso distorto del danaro a disposizione dei gruppi consiliari dell’Assemblea Legislativa della Regione Emilia Romagna. Quelle somme utilizzate per comparire nelle trasmissioni di alcune tv locali. Ci mancava anche questa!
Ma l’origine avrebbe potuto essere uno qualunque dei troppi casi di “disinvolto” utilizzo di denaro pubblico. Tanti al punto da renderne difficile il richiamo alla memoria.
E allora come si fa a non essere d’accordo con chi per l’ennesima volte ribadisce che sono tutti uguali? Non mancano mica le pezze d’appoggio. Poi, di seguito – in automatico – la domanda: e allora per chi votiamo? Ce lo dica lei …
Dico che questo ritornello mi offende e ribadisco che io non mi sento per niente uguale e conosco persone che, come me, non sono uguali, non sono, cioè, omologabili a quella compagnia di furfanti che arruola nuovi insospettati adepti un giorno sì e l’altro sì.
Sì, sì, è bella la democrazia – obietta l’interlocutore – ma se i risultati sono questi … strong manmeglio un uomo forte… che prenda in mano il paese …
Ecco, un discorso così mi fa montare la rabbia, ma la situazione non consente lunghi discorsi, una bella lezione di storia … e allora mi limito a dire che questo panorama lo abbiamo già visto e ne siamo usciti a troppo caro prezzo.
Sì, sì – mi da ragione – ma non l’ho certo convinto! Soprattutto non sono riuscito a rispondere alla sua domanda: e allora per chi votiamo?
Questa domanda non va presa alla leggera. Personalmente non la prendo alla leggera, perché nemmeno a me va bene che a pochi mesi dal voto non si sappia ancora come si andrà a votare, con che legge, per fare che cosa (il programma) e chi ci sta ad attuarlo.
Ma non prendo alla leggera nemmeno la domanda in sé, perché questa non è una domanda, questo è un grido di dolore.
Per chi votiamo? Nessuna fiducia nei confronti di nessuno? A questo punto siamo arrivati.
Non è vero che la gente non vuole votare. La gente non sa più per chi votare. Questa è la vera tragedia.
A pensarci bene, anche l’operazione Monti è un fatto ben grave. Non facciamo gli ingenui per favore…
A cosa fanno pensare un governo  che inesorabilmente perde i pezzi di una maggioranza mai vista prima e un Parlamento (che voglio continuare a scrivere con la P maiuscola) che – messo di fronte al disastro da gran parte di esso procurato – si autocostringe a sospendere la dialettica demcratica e ad approvare, senza praticamente discutere, provvedimenti durissimi che per un verso o per l’altro non vanno bene a nessuno? E tutto questo che cosa è se non una sospensione della democrazia? Visto? L’uomo forte c’è già. Oh, sì, senza marcia su Roma, anzi, con uno stile inappuntabile e con l’apprezzamento del mondo intero. Anche il mio, non lo nego. In fondo la democrazia era già morta e sepolta da quando una legge elettorale aveva consentito ai partiti di nominare il Parlamento e tolto ai cittadini il diritto di eleggerlo. E allora grazie di cuore a chi – con una mossa “straordinaria” – provoca le dimissioni di un governo che non governa più e apre la strada alla via d’uscita meno disonorevole per tutti.
Stabilito così che la democrazia è la prima cosa da ricostruire, si riaffaccia prepotente la domanda. E allora, il voto, a chi lo diamo? Chi sarà in grado di ricostruire questa nostra democrazia frantumata?
Certamente non potremo votare chi ha occupato gli scanni di Montecitorio e Palazzo Madama. O almeno bisognerà scremare senza pietà. Non solo perché costano troppo, ma perché sono troppi e molti seriamente indagati per reati che impedirebbero loro di essere assunti – se non per pietà – da qualsiasi datore di lavoro, privato o pubblico.. Lo stomachevole spettacolo di peones capaci solo di alzare la mano fingendo vergognosamente di credere che Ruby Rubacuori fosse la nipote di Mubarak e di cambiare partito, seguendo unicamente il luccichio del danaro. Questo ignobile show dovrebbe aver fatto finalmente aprire gli occhi a molti italiani soggiogati per troppi anni ormai da facili promesse e da una politica muscolosa, “caciarona”, ma totalmente incapace. E a tanti italiani convinti di essere furbi per il solo fatto di scegliere cercando di indovinare chi vincerà. totocalcioCome se eleggere il parlamento fosse come compilare la schedina del Totocalcio. Lì sì che bisogna cercare di indovinare perché se si indovina si incassa il premio, ma chi ha compilato la schedina non ha nessun potere sull’esito delle partite. Alle elezioni invece tocca a noi di scendere in campo e ogni voto è un goal. Importante sarà, come sempre, tirare nella porta giusta e di goal farne di più degli altri.
Ma c’è una terapia capace di combattere questi mali, il disinteresse, il disimpegno, il fatalismo, la rinuncia a giudicare, il far finta di non vedere, la tendenza a stare col più forte anche quando è solo prepotente?  Può essere faticosa e spesso ingrata, ma c’è.
I careSi chiama partecipazione. Sembrerà nostalgico e vagamente retorico, ma occorre far risuonare dentro di noi, dentro ciascuno di noi l’I CARE scritto sulla porta della scuola di Barbiana. MI INTERESSA. CI INTERESSA.
Occorre l’impegno personale di ciascuno a scendere in campo con tutto il peso del potere critico speso troppo spesso a lamentarsi e troppo poco a costruire.
Giunti a questo punto non si può nemmeno nascondersi dietro la frase di montanelliana memoria che diceva di votare DC turandosi il naso.
E allora? Per chi voterai? elezioni
La risposta è VOTA PER TE, che in parole più dirette suona impegnati tu! Smettila di stare alla finestra. Non ci sono scuse. C’è posto per tutti.
Partecipare alla vita politica è di nuovo la strada obbligata se si vuol salvare la democrazia. E, con la democrazia, l’Italia.
I farabutti devono andare a casa tutti. Proprio tutti.
Ma badiamo bene che ci vuole chi prenda il loro posto per una politica realmente nuova e diversa … E qui potrebbe cominciare un altro discorso.

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