Questa settimana ha segnato fortemente la politica a tutti i livelli. Commentare tutto è difficile e richiede molto tempo. Lo faccio in breve, perchè una settimana così densa non può passare inosservata e sarebbe stupefacente che in un blog che si rispetti non se ne trovasse traccia.

L’Assemblea Nazionale del PD

Devo cominciare da sabato 7 novembre. Il centro dell’attenzione è Roma dove si svolge l’Assemblea Nazionale del Partito Democratico. È la seconda volta che lo fondiamo, ma non dimentichiamo che si tratta di un processo iniziato almeno 15 anni fa, 20 se si parte dalla Bolognina. Voglio credere che siamo molto lontani da quel tempo, perchè il mondo non è cambiato, il mondo è ormai un altro e speriamo di averlo capito una volta per tutte. Le primarie ci hanno consegnato un nuovo Segretario del PD e – finalmente – una Presidente, una donna che ha raggiunto quel ruolo non tanto in quanto donna, ma per merito. Credo che questo vada prima di tutto riconosciuto. Rosy Bindi ha mostrato di credere fino in fondo alla necessità di questo partito prima di tutto per il bene dell’Italia, per il bene della politica e lo ha fatto con uno slancio e una coerenza esemplari. Tanto di cappello! Cavallerescamente ho creduto di darle la precedenza nel commentare l’evento, ma il vincitore è Pierluigi Bersani. Vincitore indiscusso di una vera competizione, vincitore per aver saputo cogliere con una nettezza convincente il ruolo storico del Partito Democratico, nel mondo, in Europa, in Italia, nei territori grandi e piccoli, più o meno complessi del nostro Paese. Adesso il Congresso è finito. Tutti i Democratici devono sentirsi impegnati a collaborare per passare dal dire al fare. c’è e ci deve essere posto e responsabilità per tutti. Per fare opposizione davvero a questo indecente governo e per cominciare a costruire l’alternativa impastando obiettivi e contenuti, progetti e soluzioni e anche donne e uomini nuovi per rimettere in forma il Paese.

L’anniversario dell’abbattimento del muro

Vent’anni e sembra ieri! Avevo vent’anni quando il muro fu eretto e appresi in treno verso Messina la notizia! Era e apparve subito madornale, dell’enormità di quella decisione ci si rese conto dopo, negli anni: le famiglie divise, il lavoro dall’altra parte, un popolo in gabbia e poi le fughe ad Ovest, i Vopos che ti sparavano dietro, una città spezzata, John Fitzgerald Kennedy che proclama davanti alla porta di Brandeburgo “Ich bin Berliner!” e ci fa sentire tutti berlinesi. Ma se a Berlino c’era il muro, nel resto della Germania e nel resto dell’Europa c’era un filo spinato che collegava il Mar del Nord al Mar Nero: una spietata cortina di ferro. Centinaia di milioni di esseri umani impossibilitati a muoversi come avrebbero voluto.

Ebbene sì. Il 9 novembre 1989 i tempi sono finalmente maturi. Il muro crolla e riappare anche a Berlino la libertà.rostropovich sotto il muro di berlino1

E con la libertà la riunificazione della Germania e un’aria nuova che spira in tutta Europa e fa pensare e sperare in un mondo pacificato e proiettato di slancio verso il futuro. Un futuro libero dal terrore e dall’orrore della guerra. Andai a Berlino nel 2003 e toccai con trepidazione quel mozzicone di muro rimasto in piedi nei pressi di Potszdamerplatz. Emozione alle stelle e groppo in gola. Se non ci siete ancora andati e non l’avete ancora toccato con mano, andateci e toccatelo. E poi lasciatevi pur prendere dalle nuove avveniristiche architetture e dal dinamismo della capitale federale.

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