Gli amici si riconoscono anche per i buoni consigli che sanno darti. Quando da Berlino mi telefonò Jürgen invitandomiindignatevi-stephane-hessel a comprarlo, pensavo che non vi fosse ancora la traduzione italiana e lo cercai da Feltrinelli International. Non c’era e così ne ordinai una copia in francese, al modico prezzo di 3,50 euro. Ma Jürgen che ci teneva molto, e sa quanto sia incerto il mio tedesco, me ne inviò una copia, ovviamente in francese. E così adesso ne ho due, una l’ho letta, sottolineata e commentata a matita, l’altra la regalerò anch’io a qualche amico, perché questo libretto è un atto d’amore verso i giovani.

Hessel ha 93 anni e – da indomito resistente – non si arrende di fronte alle sfide del mondo, molteplici e complesse.

Le individua con invidiabile lucidità e ne parla con una chiarezza fotografica.

Si può prendere questo libro, leggerlo e farne una specie di linea guida per penetrare nel viluppo delle principali questioni che affliggono il pianeta. Ciascuno può riscriverlo per sé a partire dalle proprie indignazioni. Leggendo mi si paravano davanti i grandi problemi dell’Italia, dell’Italia di oggi sbattacchiata tra i marosi del mondo che cambia col timone nelle mani di un pirata, dell’Europa, di questa Europa spaesata, da far progredire sulla via di una vera coesione, ma anche di tre grandi “Amori” della mia vita: la scuola preda di assatanati devastatori, la politica e in particolare il partito del grande sogno (sfumato?) e la santa romana chiesa difficilmente riconoscibile e incartapecorita dopo la stagione esaltante del concilio Vaticano Secondo.

Il messaggio di fondo consiste nel superare l’indifferenza, nel vincere ogni giorno la tentazione di stare alla finestra, nell’indignarsi, appunto. Ma il verbo che poi ricorre più frequentemente nel libro è il verbo impegnarsi. Alla fine l’indignazione non basta. A tutti compete di metterci del proprio senza arrendersi mai. Noi italiani abbiamo dimostrato in molti modi di saperci indignare. Ne danno testimonianza i girotondi di quasi dieci anni fa, il popolo viola dell’anno scorso, le recenti manifestazioni a favore della scuola, della giustizia, del lavoro, della Costituzione, del rispetto e della dignità delle donne, dei diritti …

Il rischio che spesso corriamo è però di non riuscire a trarre subito dopo l’unica conseguenza sensata: trasformare l’indignazione in impegno, in quotidiano, indefesso, testardo impegno personale. Questo trapela da ogni parola del libretto di  Hessel: indignez vous! e poi? Engagez vous!

Ma come? Il metodo che Hessel suggerisce come l’unico che può garantire il successo è l’azione non violenta. E adesso mi fermo, sennò che gusto c’è se dico tutto?

Mi fermo qui. Questo libro non ha bisogno di vendere. Ne sono già state comprate milioni di copie in tutto il mondo. Adesso c’è anche in italiano. Questo libro ha solo bisogno di essere letto. Anzi, noi abbiamo bisogno di leggerlo.

Buona lettura!

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