Il primo pensiero è andato a lei, con l’immediatezza di quando un fatto ti tocca direttamente in ragione dell’esperienza e dell’affetto.down_bambina_felice_530 Se come tutti coloro che sono colpiti dalla sindrome di Down non ci avesse lasciato prematuramente, ora avrebbe la mia età. Siamo stati bambini insieme, ragazzi insieme, poi la vita ci ha allontanati e i contatti sempre più rari fino alla sua scomparsa.

Negli anni dell’infanzia fu difficile trovare una scuola per lei, l’Italia era appena uscita dalla guerra, in qualche struttura si iniziava a porre il problema, molto timidamente, ma l’atteggiamento era più quello della compassione che quello del diritto. In realtà la vera svolta venne dalla Costituzione, questo straordinario tesoro della nostra convivenza civile che all’ art. 34 sancisce che “La scuola è aperta a tutti. L’istruzione inferiore, impartita per almeno 8 anni, è gratuita” e all’art. 38 definisce che  “Ogni cittadino inabile al lavoro e sprovvisto dei mezzi necessari per vivere ha diritto al mantenimento e all’assistenza sociale. I lavoratori hanno diritto che siano preveduti ed assicurati mezzi adeguati alle loro esigenze di vita in caso di infortunio, malattia, invalidità e vecchiaia, disoccupazione involontaria. Gli inabili ed i minorati hanno diritto all’educazione e all’avviamento professionale. Ai compiti previsti in questo articolo provvedono organi ed istituti predisposti o integrati dallo Stato. L’assistenza privata è libera.”

Ma bisognava intervenire con delle leggi, proprio per rendere la società italiana più vicina all’affresco ancora molto da dipingere che la Costituzione con il coraggio e la lungimiranza profetica di “colossi” della politica e della giurisprudenza, aveva disegnato.

Da allora la scuola è diventata più accogliente, prima con le classi differenziali, le scuole speciali, e poi, finalmente, la legge 517 del 77, ha aperto le porte a tutti, avviando un vero processo di integrazione che ha pian piano contagiato la società. Sembra poco, ma io ricordo molto bene come si veniva “guardati” per strada, in tram, nei luoghi pubblici, quando con noi c’era lei.

Quando le scuole, le scuole per prime, hanno accolto i portatori di handicap nelle classi comuni lentamente l’atteggiamento è cambiato. Non è un mistero che l’operazione sia costata, e anche molto, ma il fine lo giustificava ampiamente. Ricordo bene che quando dall’estero venivano delegazioni a verificare condizioni e risultati di un’operazione unica al mondo, dirigenti scolastici, insegnanti e amministratori pubblici rimanevano sempre favorevolmente colpiti e talora increduli, ma prima di congedarsi ricorreva una domanda: – Quanto costa?

Un insegnante ogni quattro alunni disabili, norma spessissimo derogata, sono una spesa, ma l’investimento si è rivelato determinante non solo per il benessere e il destino degli scolari, ma per una progressiva trasformazione degli atteggiamenti delle persone negli ambienti frequentati. Una grande operazione di civiltà.

tagli_a_scuola

Ora c’è alll’ordine del giorno questa incredibile operazione che taglia indiscriminatamente prendendo come parametro l’invalidità all’85% per l’erogazione dell’assegno mensile e così quasi tutti i 38000 down ne saranno privati. L’indignazione è giustamente montata e dovrà essere trovata una soluzione per non trasformare una manovra finanziaria necessaria, anche in questo caso, in una rapina ai danni di chi ha realmente bisogno,  ma il caso esige di mettere a fuoco il complessivo problema dell’handicap nelle scuole italiane.

Da alcuni anni vengono indiscriminatamente tolte risorse a cominciare dagli insegnanti di sostegno, dalla formazione specifica, dall’impiego degli insegnanti di sostegno per sostituire gli insegnanti assenti, senza contare utilizzazioni fuorvianti che se non controllate a dovere finiscono per ricreare surrettiziamente le classi “speciali”, vanificando nei fatti il processo di integrazione faticosamente perseguito per decenni.

Su questa problematica sono intervenute le Organizzazioni di volontariato e le Associazioni che a vario titolo si occupano della difesa e della tutela dei diritti delle persone con disabilità. Anche questa azione deve trovare il sostegno convinto dell’opinione pubblica, dei partiti, dei sindacati e non solo di quelli della scuola, perché una scuola maltrattata e dequalificata compromette irreparabilmente il futuro di chi la frequenta e di una società che si ritroverà complessivamente più povera perché più ignorante.

Anche questo conferma una tranquilla consuetudine, da parte del governo e di molti parlamentari (inconsapevoli?) di ignorare le linee guida della Costituzione, sulla base delle quali il Parlamento è chiamato a legiferare e il governo a governare. Una rilettura dell’art. 3 non è superflua:

“Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, costituzione italianasenza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese. “

Rileggo e riscrivo.

“Anche i down e tutte le altre persone con disabilità hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza che su questo abbia ad incidere la loro condizione personale. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la loro libertà e la loro eguaglianza, impediscono il pieno sviluppo della loro persona e l’effettiva loro partecipazione anche come lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.”

E allora? In che paese pensano di vivere questi dilettanti legislatori?

Comments are closed.