Ho provato oggi a chiedere ai miei nipoti se sapevano perché non c’era scuola,monarchia_repubblica oggi. Dev’essere la festa della …mamma , … no… del papà … no…  della Madonna…

Chiara, tu che fai la quarta… non hai visto niente di bianco rosso e verde, venendo sin qui? nemmeno tu Lorenzo? boh?

E allora mi è balzata agli occhi con nitidezza l’immagine di mio padre e di mia madre il 2 giugno 1946. Io non avevo ancora 5 anni e mi portarono con loro al seggio. E non erano nemmeno d’accordo sulla scelta. Lei teneva per la monarchia e lui per la repubblica. Vinse la repubblica.

Ma il bello di quel giorno non era quale scelta, era la libertà di scegliere. Mia madre, come tutte le italiane, votava per la prima volta nella sua vita e mio padre sentiva tutta la forza di questa conquista.

Lui forse era stato chiamato a qualche referendum durante il ventennio… per lo meno se lo ricordava, quando chi non aveva votato secondo il volere del regime rischiava di essere punito all’uscita dal seggio (bastone e olio di ricino).

Io non potevo essere consapevole di tutto questo, ma poi negli anni ne parlammo … i miei genitori, sempre molto sobri nei giudizi, mi aiutarono a capire e mi si rinnova ogni anno l’emozione di aver partecipato a quella giornata profumata di libertà.

E oggi… che succede? Un ministro di questa nostra Repubblica si permette di non far suonare l’inno nazionale e non partecipa alle celebrazioni nella capitale, mentre un altro ministro va a trovare la soldatessa scampata all’attacco di qualche settimana fa in Afghanistan e ne esalta lo spirito patriottico, ed un altro ministro ancora, dal teatrino di Porta a porta incapace – chissà – di reperire nelle pieghe della materia cerebrale un qualche valore più vicino al significato di questa festa del popolo italiano – che so? la Costituzione? la mette sull’orgoglio dei tesori artistici e culturali cui un altro ministro sta rapinando le misere risorse. Per fortuna il Presidente della Repubblica, uno sconsolato Presidente che non può motivare l’assenza delle autorità leghiste e può solo dire che tutti erano stati invitati, ci ricorda che proprio in un tempo di sacrifici – e che sacrifici – il popolo deve stare unito.

Povera Italia! Nelle mani di strani soggetti – a dir poco – confusi…

Povera Italia! Nelle mani di uomini e donne impegnati a dire “sì, va bene” ad una legge che sta per inferire un colpo mortale alla libertà di informazione!

Povera Italia! Nelle mani di strani soggetti che non sanno neanche chi gli paga l’affitto di casa!

Povera Repubblica fondata sul lavoro e non sa trovare rimedio alla disoccupazione di un giovane ogni tre!

Povera Repubblica Italiana che, attraverso una sedicente riforma della scuola che invece ne fa scempio, dimostra di aver perso la bussola della sua Costituzione e non ricorda più che è suo compito rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana.

Povera Italia! Nelle mani di piccoli uomini che pensano di chiudersi nel loro orticello e non sanno o fingono di non sapere che esiste un diritto internazionale che permette a tutti di muoversi liberamente sul pianeta.

Povera Italia che fai pagare le tasse più ai poveri che ai ricchi, quando la tua legge fondamentale dichiara chefesta-della-repubblica-279x300 tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva e che il sistema tributario è informato a criteri di progressività.

Poveri noi! Cittadini di un Paese in cui la legge non è più uguale per tutti!

E tu che leggi… lo sapevi, vero, che festa era oggi?

I miei nipotini sono quasi giustificati… ma non del tutto. Bisognerà che qualcuno glielo dica, glielo spieghi, gli racconti ben bene la storia di una Nazione che da 150 anni è unita e dal 2 giugno 1946 è una repubblica: la Repubblica Italiana.

Tocca a tutti far sì che possiamo tornare ad esserne orgogliosi! Ministro Maroni! Non lo faccia più! E se per caso le venisse in mente d’aver fatto un giuramento, chieda scusa agli italiani!

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