Di camminate è stata ricca questa vacanza 2020. Difficile non sentire l’invito quotidiano che le montagne ti lanciano mentre le osservi dalla finestra appena aperta al mattino, mentre ancora ti stropicci gli occhi. Col sole che dà vita ai colori, con l’atmosfera trasparente che più non si può, va a finire che cerchi le scarpe più adatte, le stesse che ti hanno portato tante volte su sentieri che non dimentichi, solide e dure fuori, sgarbate con la roccia, i sassi, la terra, il fango che non ha esitato qualche volta ad avvolgerle, accoglienti e morbide dentro e gentili con i diti, la pianta, i tuoi talloni, preziosi collaboratori nel passaggio dall’idea dell’escursione alla concretezza del succedersi dei passi sulle asperità del sentiero.

E lo zaino. Quello, per le mete consentite dall’età, è quasi pronto. Il sentiero lo conosci già, ma è come fosse la prima volta. Quando ci sei ti accorgi che il tempo è passato. Salire mette alla prova il respiro, i muscoli delle gambe mentre si riaffaccia alla mente il consiglio di un amico prete esperto nella guida di lunghe file di adolescenti smaniosi di “scalare” e di arrivare infine sulla cima, pronti però ad arrendersi per sete, per fame, per stanchezza…  – Passi corti – diceva lui – non abbiate fretta, dobbiamo arrivare tutti insieme – Nessun premio per chi arriva primo! Ti accorgi ora che aveva ragione. Il tornante che sembrava lontano ormai è superato, la baita è ormai vicina e il rifugio si vede già … e intanto ti guardi intorno. Che belli questi prati verdi! Alzi lo sguardo, pensi alla maestà delle  pareti che hai di fronte e concludi che non è per caso che hanno conquistato il titolo di patrimonio dell’Umanità.

Siamo qui e un bel giorno ti raggiungono gli amici. A cena la domanda fatale: domani dove andiamo?  – Siete appena arrivati – rispondo – dovrete acclimatarvi, ma niente paura, il sentiero parte da qui. Nessuna marcia di avvicinamento. Il weg è dedicato a Oswald von Wolkenstein, poeta, compositore, diplomatico e gran viaggiatore degli albori del ‘400. Turismo e storia si danno spesso la mano. Il sentiero è ben tenuto e arricchito di tanto in tanto da cubi informativi sulla vita nei castelli, di due dei quali incontreremo i ruderi e leggeremo interessanti informazioni sulla vita quotidiana nelle corti e nella società del tempo.

Come in un gioco potremo sederci sul trono, vestirci come la principessa o il giullare, apprendere quale sarebbe stata la nostra approssimativa speranza di vita e, scatenando la fantasia, immaginarci in lotta con qualche drago o partecipare ai sabba delle streghe.

(Continua)

 

 

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