È trascorso più di un mese da quella domenica. Tutto era cominciato un paio di settimane prima in coda a una riunione dell’Associazione Sentieri di Pace. Altre volte per fare found raising in favore di qualche buona causa bastava organizzare un pranzo o una cena nel salone dell’oratorio. Questa volta l’idea ha preso da subito una piega diversa. Erano in tanti a sentire verso i luoghi colpiti dal terremoto qualche legame affettivo speciale. Lo racconta bene Sara a pag. 20 e 21 del periodico Agenda dell’Azione Cattolica bolognese. Insieme a questo mondo di ragazzi e giovani pellegrini degli anni a cavallo dei due millenni, ora genitori a loro volta, ha subito detto “presente!” la generazione precedente che per richiami religiosi, turistici, culturali, professionali, almeno una volta, aveva messo piede  in quelle terre. E allora è venuto spontaneo il coinvolgimento. Chi va a Norcia a comprare salumi e formaggi, i Lions che donano le penne rigate  per l’amatriciana, quella da gustare in compagnia e quella take away (inchèrta e pórta a cà) con i catechisti in prima linea, chi si rende disponibile a divulgare l’iniziativa e trovare premi per la lotteria tra i commercianti del territorio, chi ci sta a fare l’uomo sandwich lungo la via Emilia, chi si mette a disposizione in cucina e per servire a tavola, le signore della Caritas al loro “stand” delle statuine del presepe, i giovani insieme al MASCI di Castel San Pietro a cuocere e distribuire crescentine,  gli Alpini pronti col vino brulé, la Polizia Municipale per tenere ordinato il traffico, una straordinaria band intergenerazionale sul palco fino a sera e l’intervento consistente e straordinario dell’Associazione Pace Adesso.

Consuntivo: non meno di centocinquanta persone all’opera, 13.000 € netti in cassa. A chi darli? Per quale obiettivo?

Qualche contatto ci ha fatto incontrare, attraverso il Vescovo di Spoleto e Norcia, con le urgenze della Valnerina e dei suoi borghi. Qualche colloquio ci ha fatto capire che tenere unite quelle comunità frantumate non solo per la distruzione delle case, ma anche per la diaspora delle collocazioni provvisorie, sarà un’esigenza prioritaria. Per questo servirà un luogo, una grande sala capace di accogliere in sicurezza e comodità qualsiasi riunione. Ci siamo così orientati e impegnati a provvedere all’arredamento. Sappiamo già che la cifra raccolta non sarà sufficiente, ma qui nessuno si perde d’animo: già si sta progettando la seconda puntata per il 19 marzo, domenica e festa di San Giuseppe, quando dalle nostre parti i dolci della tradizione sono le raviole. Il passaparola ha preso il via.

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