Ormai non è un mistero per nessuno.

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Il 2 settembre Matteo Renzi sarà al Parco Nord di Bologna.

Siamo in parecchi  che per interesse politico o anche per curiosità non mancheranno  accorrere al Parco Noed.
Personalmente lo seguo da qualche tempo, fin dalla Leopolda e dalle primarie di fine 2012, senza soverchie illusioni e devo riconoscere che, se non proprio l’unico, è almeno tra i pochissimi che mostra qualche elemento di novità e credibilità insieme, in questo squallido panorama di parole trite e fruste, spesso vuote e ancora più spesso mistificatrici, pronunciate quasi sempre e soltanto per salvare o promuovere se stessi e il proprio destino. Parole che trasformano chi le pronuncia, prima in personaggi antipatici e poi in soggetti odiosi dando luogo poi al generale sentimento della cosiddetta antipolitica. 

Sono iscritto al PD, perché sono convinto che non ci sia altro partito o movimento in Italia in questo momento storico, con le potenzialità adeguate ad intraprendere un progetto serio di rinnovamento in grado di farci stare, pur ansimando, al passo con le dinamiche che stanno trasformando il mondo, ribaltandosi spesso drammaticamente sui nostri destini e su quelli delle generazioni che seguono le nostre. Sono iscritto, ma preferisco mettermi nella posizione dell’elettore con la pretesa di contare e di mettere il mio piccolo potere che si chiama voto a disposizione di chi prova a meritarselo. Per questo non intendo stare alla finestra come gran parte degli italiani ha deciso di fare, non senza qualche ragione, da qualche tempo a questa parte. Per questo, perché il mio voto non lo regalo, né lo butto al vento, né lo tengo in frigorifero in fatalistica attesa di tempi migliori, ho deciso di ascoltare e di leggere con attenzione le parole di chi si propone per dare soluzione ai mille problemi che ci assillano ogni giorno, rubandoci ogni speranza.

Vorrei che tutti, elettrici ed elettori, facessero rinascere in sé e nei loro famigliari l’interesse per la politica, uscendo dal groviglio delle sole lamentele, mettendo a frutto quel tanto di potere critico che rende capaci di discernere con autonomia di giudizio non solo la verità dalla menzogna, ma chi è sincero da chi è bugiardo e nasconde il solo interesse personale o di gruppo dietro melense ingannevoli prospettive di bene comune.
Viviamo un momento in cui non è lecito scherzare, non è permesso a nessuno di prenderla alla leggera. Le alternative sono quelle dei momenti difficili.

E così non andrò ad ascoltare Renzi per sentire un bel discorso, per bearmi della sua eloquenza. A loro modo, quelle caratteristiche sanno metterle in mostra anche alcuni esemplari del centro destra. Son persino capaci di continuare a commuovere i gonzi sulla persecuzione cui sarebbe stato sottoposto il cavaliere. Più bravi di così!
Andrò a sentire Renzi, come andrò a sentire Barca, Cuperlo, la Serracchiani e Civati per capire le fondamenta dei loro progetti, per cogliere la credibilità dell’impianto politico e di governo.

Andrò a sentirli tutti, perché metterò le mie idee a confronto con le loro e con quelle di coloro che avranno avuto la curiosità e PULLMANla pazienza di ascoltarli. Anzi, qui abbiamo pure deciso di andarci tutti insieme, noleggiando un pullman, così il confronto potrà cominciare da subito, in assoluta libertà, senza sentirsi addosso lo sguardo severo di qualche fedelissimo dirigente deputato a bacchettare chi non segue la “linea”.

La vita mi ha insegnato che fidarsi è bene, ma non fidarsi è meglio. Così vorrei che cominciasse il nostro percorso di iscritti e di elettori verso il Congresso del Partito Democratico.
Con questo spirito mi piacerebbe che il 2 settembre andassimo tutti, non tanto per fare il tifo – che è una malattia – ma per capire e scegliere a ragion veduta.

 

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